La scoperta del mio mondo
Metafisico
Tutto ebbe inizio nella casa dove sono nato e vissuto fino all’adolescenza :
qui composi i primi quadri proprio quando questa casa fu abbandonata;
fu il silenzio e il vuoto della casa, svuotata dei mobili ed arredi, che fece riaffiorare alla mia memoria, tutte le esperienze
fantastiche e segrete che avevano accompagnato la mia infanzia e
scoprire il loro recondito significato; vi descrivo i luoghi dai
quali ho tratto le mie più forti sensazioni :
Il Giardino Murato – si trattava di una specie di museo all’aperto, a ridosso del Tempio Malatestiano, era composto da un lato dai
ruderi dei bombardamenti di un’antica chiesa francescana, mentre
il resto era cinto da vecchie e alte mura; Vi si entrava solo
scavalcando i muri ed
all’interno vi erano raccolte rovine di marmo, lapidi, capitelli
romani, colonne e tronchi di statue, seminascoste dalle edere e
altre piante rampicanti, che ne adornavano i contorni : ho ancora vivo il ricordo di certi sogni che facevo da bambino,
ambientati in questo luogo che si popolava di esseri misteriosi come
animali mitologici e statue silenziose che cercavano di nascondersi
al mio sguardo.
Il Vecchio Seminario - Le stanze ed i corridoi del vecchio seminario
abbandonato, creavano un luogo fantastico che attirava tutti i miei
sensi:
mi tuffavo letteralmente in quella sorte di dimensione senza tempo,
dove gli oggetti e i mobili trionfavano in tutto il loro splendore,
perché liberi dall’ordinarietà per i quali erano stati creati; le
linee, i colori, i materiali dei quali erano composti, come il
legno dorato o laccato, i marmi rari, i candelabri giganteschi,
le lavagne e le carte topografiche, scintillavano fra un gioco di
luci ed ombre, colpiti dai raggi di sole filtrati dagli abbaini e
dalle finestre ed amplificati dalle specchiere ossidate appese alle
pareti, mentre fra i mobili si intravedevano vecchie statue
polverose di legno dipinto, come Angeli, pastori o Re Magi che con
quegli sguardi trasognati accompagnavano le mie incredibili
avventure.
I resti dell'Anfiteatro Romano - Questo luogo completamente isolato
dalla città, perché nascosto da un folto parco fitto di alberi, mi
estraniava dall’epoca in cui vivevo; riuscivo a ricostruirne le
parti mancanti, con la fantasia, attraverso le immagini che vedevo
su un vecchio libro che era presente a casa mia: le statue sugli
archi e le imbarcazioni (era un anfiteatro navale) occupate dai
gladiatori; per certi aspetti somigliava ad un labirinto: dagli
stretti e lunghi corridoi formati da muri altissimi e senza tetto,
si aprivano ai lati
scale ripide che salivano agli spalti o che scendevano nei
sotterranei, mentre tutto attorno vi era una rete di canaletti
pieni
d’acqua corrente che circondavano le mura di cinta: l’ acqua,
proveniente da una sorgente sotterranea, scorreva lenta e
silenziosa e fra le piante acquatiche si muovevano strani esseri
anfibi neri, le Salamandre; adiacente all'Anfiteatro vi era la
sede di una...
Vecchia Ferrovia in disuso - in una larga distesa di rotaie
arrugginite e seminascoste dagli erbaggi si ergevano fiere e immote
le vecchie Vaporiere ancora agganciate ai loro convogli, formati
dai vagoni merci o passeggeri: veri e propri rifugi per i giochi
dei bambini; questo ampio parco ferroviario circondato da un lato
dalle mura medioevali e dall'Anfiteatro dall’altro lato,
rappresentava anch’esso un luogo incredibile ed insperato per il
cuore di un bambino che riusciva a muovere quei treni con la forza
della sua fantasia, nutrita dai ricordi della mia prima infanzia
quando la ferrovia era ancora attiva, in cui vedevo sfilare
lentamente , dal confine del cortile della casa di mia nonna, quei
piccoli e fumosi convogli.
Questi ed altri luoghi simili sono stati la fonte delle mie prime
impressioni metafisiche; queste esperienze ed emozioni mi si
rivelarono come un fulmine a ciel sereno in quel fatidico giorno di
primavera del 1971, quando mi trovai di fronte per la prima volta ,
ad un quadro di De Chirico: ritrovai negli elementi e negli aspetti
della sua pittura, tutto ciò che avevo visto, provato e respirato
in tutto il corso della mia vita; la scoperta della sua pittura fu
come vedere per la prima volta decifrati per immagini, i segreti
invisibili della mia anima.
Nel corso della mia vita ho continuato a cercare l’aspetto nascosto
della realtà scoprendo luoghi carichi di atmosfera, come quelli
di quei primi anni, da dove trassi molte ispirazioni descritte in
alcuni disegni e quadri che feci successivamente;
Ne cito uno in particolare , quello che per me è il più importante :
il Teatro Verdi a Ferrara
In quel luogo chiuso da ben 33 anni, dove in qualche modo riuscii
ad entrare, mi si rivelò un’ambiente raccapricciante degno di una
scena di Hitchcock: grandi uccelli neri volavano in cerchio,
gracchiando, dentro il grande salone del teatro, sotto la cupola
di vetri rotti dai quali erano entrati i volatili, mentre sul palco semi-illuminato da una flebile luce giallastra e polverosa, si
intravedevano mobili ed oggetti accatastati casualmente che come
presenze animate, interpretavano una sorta di spettacolo silenzioso. Questa incredibile avventura colmò il mio “deposito di emozioni“, il mio archivio segreto dal quale continuo ad attingere le mie
ispirazioni per far nascere nuove opere metafisiche . |